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Perché “malassandè, pataca” è meglio del prozac…

Perché la piadina è un gran bagascia luvacciosa e fa l’amore con tutti, anche col kebab e lo speck…

Perché sotto il Conca son tutti marocchini e sopra Lugo tutti dell’ altitalia, ma vogliamo bene a tutti, dabòn…

Perché da noi non ci si fidanza: “Us fa l’Amor”…

Perché la piada sardoni e cipolla fresca, va innaffiata col rosso…

Perché lo Ssciàduro in mano all’arzdora è il miglior mediatore famigliare del mondo…

Perché “Me a t’amaz!” lo si dice solo a chi vogliamo bene…

Perché abbiam installato il wifi sull’estirpatrice…

Perché è la Stagione al mare, la nostra scuola di vita…

Perché siam in bilico tra Epicuro e Carlomarcs…

Perché l’unico imbarazzo che abbiamo è quello di stomaco…

Perché “boia de singuler, um toca d’andè ma la messa”…

Perché usciam dal Cocoricò cantando Romagna e Sangiovese…

Perché i cappelletti col lesso a luglio, sono un lusso che pochi posson permettersi…

Perché quando torniamo a casa arbaltati con una gatta da comunione, è colpa degli strozzapreti troppo unti del ristorante…

Perché “Di, ciò…” riassume tutti gli affanni e i triboli esistenziali…

Perché siam metodici: san Gregorio e san Martino, sono pellegrinaggi obbligati…

Perché il senegalese che parla come se fosse di sant’archenzul, lo sentiamo fratello…

Perché guai a chi ci tocca la esse…

Perché abbiam tutti il polistirolo e i triglicicoli alti, ma ai ciccioli non si può mica dire di no…

Perché da noi il nebbione è un’evento meteriologgico scassamaroni, non uno stato mentale…

Perché se la zia ti invita a casa, ti trovi a far la veggia fino all’una di notte davanti ad una mastella di piselli da sgranare…

Perché se passa un’amico a salutarci:”dai fermati da noi, mangiamo quel che c’è!” e in venti minuti scappa fora un buffè da sposalizio…

Perché anche la ragazza più cancaro dei cancari, si trova il gaggiotto…

Perché dopo “salutami tutti a casa!” si dice “presenterò!”…

Perché anche se sei il più fighetto dei fighetti, almeno una volta nella vita a luglio hai fatto la conserva…

Perché la spiaggia d’inverno coi radi stolfosi cocali, sto grigio che è di mille colori, sto freddo che ti scalda il cuore, con le gabine chiuse e con l’eco dei pensieri che riempie il mare:

NON SI PUÒ’ DIMENTICARE!

 

Dal libro “Il gatto di Godzilla” di Roberto Casadei

 

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