Piazza Cavour

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Vecchia Pescheria

Città di mare, gente di mare! Rimini da sempre basa parte della propria economia nel settore ittico, la pesca rappresentava dunque soprattutto nei secoli passati un’attività importante per il sostentamento collettivo. La struttura della pescheria era atta a contenere il fervore commerciale della cittadinanza, con tutte le sue sfumature di tipicità.

Edificata nel 1747 secondo il progetto di Giovan Francesco Buonamici, la vecchia pescheria è formata da un loggione a due ordini aperto con tre arcate, all’interno ancora in ottimo stato sono presenti due file parallele di banchi in pietra d’Istria utilizzati per l’esposizione del pesce e in ogni angolo dell’edificio una fontana per permetterne la pulitura.

Conosciuta ancora oggi come la piazza delle poveracce, termine utilizzato nel dialetto per indicare le vongole, questo luogo è ancora caro agli abitanti riminesi, simbolo di folklore e produttività.

Fontana della Pigna

A due passi dalla vecchia pescheria e posta al fianco della statua di Paolo V vi è la fontana della Pigna, altro elemento emblematico della suggestiva Piazza Cavour, salotto della signoria malatestiana. Collegata con l’acquedotto, la fontana ebbe per secoli una funzione primaria all’interno della città rappresentando l’unica risorsa di acqua potabile presente fino al 1912, anno in cui venne inaugurato il servizio idrico pubblico.

La pigna scultorea che le attribuisce il nome è sollevata da un tamburo che si erge al centro di due vasche circolari quattrocentesche di dimensioni differenti, inglobate a loro volta una all’interno dell’altra. Costruita e assemblata in tal modo nel 1543 da Giovanni da Carrara la fontana, inizialmente sormontata dalla statua di San Paolo, possiede una storia ben più lontana, presentando sul tamburo bassorilievi, iscrizioni di epoca romana.

La Pigna che tanto la contraddistingue venne apposta solo nel 1809 ma l’importanza della fontana non si affievolì, essendo questa elemento vitale per la popolazione e per le attività economiche e commerciali si svolgevano nelle sue vicinanze. Nonostante i vari mutamenti la fontana deve aver sempre destato ammirazione e incanto grazie ai freschi zampilli e agli armoniosi giochi d’acqua, lo stesso Leonardo Da Vinci durante il suo passaggio in città non ne fu indifferente pronunciando le parole di elogio impresse sulla struttura di sostegno: “fassi un’armonia con le diverse cadute d’acqua, come vedesti alla fonte di Rimini”.

Statua di Paolo V

Sormontata su un imponente basamento e collocata al centro della Piazza Cavour, vi è la statua del papa Paolo V. Voluta dal Comune per onorare il Papa, l’incarico venne affidato a Nicolò Cordier nel 1611, il quale però da lì a poco morì. L’eredità dell’opera da compiere passo a Sebastiano Sebastiani nel 1613 che ne mantenne il progetto iniziale andando però ad aggiungere sulla seduta papale dei bassorilievi raffiguranti la città di Rimini.

Agli inizi dell’Ottocento durante il dominio napoleonico, la cittadinanza e l’amministrazione locale temendo che la statua venisse abbattuta dai soldati ritennero opportuno ricorrere a delle modifiche strategiche. Per far si che Paolo V somigliasse a S. Gaudenzio, patrono della città fu tagliata la tiara sostituendola con la mitra e cancellata l’epigrafe con il nome del papa. Nel 1890 la statua fu riportata all’aspetto originario e sul basamento venne collocata un’iscrizione a ricordo di quanto accaduto.

Palazzo dell’Arengo

Strutturato in pieno stile romanico-gotico con le sue merlature, le arcate a forma ogivale e la sequenza di di finestre, il palazzo è l’edificio più antico che si affaccia su Piazza Cavour (chiamato “palatium Comunis” nei documenti storici), eretto nel 1204 sotto il governo del podestà Mario de’ Carbonesi, che lo istituì appunto come residenza podestarile. Riconducibile ai palazzi Arengali dell’Italia settentrionale, l’immobile presenta una torre in più rispetto alla consuetudine, volta a ospitare le riunioni del Gran Consiglio, al piano inferiore gli spazi erano invece adibiti a prigione e carcere cittadino.

Anch’esso come gran parte delle costruzioni storiche della città ha dovuto fare i conti con le vicissitudini della storia: guerre, riassetti, terremoti, soprattutto quello del 1916, ne hanno alterato la forma originaria, nonostante la volontà di mantenersi alla struttura antica. Esemplare da questo punto di vista fu per esempio la scelta dell’architetto Gaspare Rastelli durante l’ultima restaurazione avvenuta 1924 tentò di attenersi il più possibile al modello nativo.

Teatro Amintore Galli

Opera Neoclassica dell’architetto – ingegnere dello Stato pontificio Luigi Poletti eretta nel 1843, fu inaugurata con l’opera verdiana “l’Aroldo” nel 1857. L’intento con il quale si concepì l’idea di dotare Rimini di un teatro, fu quello di creare non solo uno spazio di cultura all’interno della città, ma anche di concedere una coerenza estetica all’interno di Piazza Cavour, armonizzandone il perimetro.

Nel 1947 trovò la sua definitiva denominazione “Teatro Amintore Galli“, omaggio al compositore locale (1845-1919), dopo essere stato chiamato in precedenza Teatro Nuovo e dal 1859 Teatro Vittorio Emanuele II.

La Seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti a cui fu soggetta Rimini arrecarono ingenti danni alla struttura e ne obbligarono il restauro. Ciò che ancora oggi rimane visibile dell’originaria struttura è una porzione della facciata al piano terra, mentre al piano superiore troviamo collocata la sala Ressi.

Palazzo Garampi

Sede ancora oggi del Comune, fu costruito tra il 1562 e il 1583 per fungere da sede amministrativa della città. Dalle dimensioni imponenti il palazzo è dotato di una loggia con sette arcate al piano terra e due maestose balconate al piano superiore separate da grandi finestre e provvisto di una scalinata a congiunzione tra i due livelli.

Ristrutturato nel 1681 da Francesco Garampi in seguito alla distruzione causata dal terremoto del 1672, l’edificio subì conseguentemente diversi rimaneggiamenti con la ricostruzione pressoché completa successiva ai bombardamenti dovuti all’ultimo conflitto.

Santa Chiara

La Chiesa di Santa Chiara fu edificata insieme ad un complesso monastico volto ad ospitare le suore Clarisse, prima della caduta dello Stato Pontificio. Edificio di carattere Neoclassico presenta una cupola affrescata dall’artista Bilancioni e una pala d’altare dedicata alla Madonna della Misericordia.

La Chiesa di Santa Chiara si contraddistingue per due episodi: il primo riguarda la presunta sosta di San Francesco proprio nel punto in cui venne poi edificato il convento e mentre il secondo avvenuto l”11 maggio del 1850 narra che proprio la Madonna della Misericordia raffigurata nella pala iniziò a muovere gli occhi. Per tali eventi la chiesa è meta di pellegrinaggio e devozione.

Raggiungibile dalla stazione ferroviaria di Rimini con l’autobus n.11

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